A Cortona dal 13 luglio al 1° ottobre
INAUGURATA LA 13° EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI FOTOGRAFIA CORTONA ON THE MOVE
La 13° edizione di Cortona On The Move, offre una nuova esperienza di conoscenza e confronto su temi affascinanti, complessi e di grande attualità.
Come ogni anno, Cortona On The Move sceglie un tema, filo conduttore che riunisce tutti i lavori degli artisti chiamati a interpretarlo. Quest’anno il tema scelto è More or Less, un’indagine sulla contrapposizione tra abbondanza e scarsità, superfluo ed essenziale, élite e masse, accumulo e dispersione.
Le 26 mostre sono state allestite tra il centro storico, la Fortezza del Girifalco e la “Stazione C” nei pressi della stazione ferroviaria di Camucia-Cortona.
Studio Rufus ha avuto il piacere di collaborare con Cortona On The Move in una nuova incorniciatura delle mostre in esposizione nei locali della suggestiva Fortezza del Girifalco.
Partendo dalla mostra in Cannoniera di Larry Fink - Class Issues, che presenta alcune immagini inedite e una selezione delle sue fotografie più note, quelle scattate durante i party dove i vip recitano sé stessi in maniera esasperata, messe in contrasto con le immagini dei suoi vicini di casa a Martins Creek (Pennsylvania), una famiglia particolarmente povera.
Credit delle foto: © Larry Vanites
Si passa al primo piano con la mostra di Massimo Vitali - Standing Still, nella quale i protagonisti assoluti della fotografia di Vitali siamo noi – come soggettività e come collettività – che nel tempo modifichiamo il modo di abitare gli spazi e tessiamo relazioni interpersonali, in un delicato equilibrio tra aggregazione e dispersione, presenza e assenza, folle e solitudini.
Per approdare al secondo piano della Fortezza con Il caso “Africo”, dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, che raccoglie il reportage di Valentino (Tino) Petrelli realizzato nel paese dell’Aspromonte nel 1948 esposto a Cortona per la prima volta nella sua integrità.
Le foto pubblicate mostravano la quotidianità e lo stile di vita "primitivi" della popolazione di Africo.
Quando, nella notte fra 17 e 18 ottobre 1951, l’alluvione distrusse completamente il paese, l’eco e il clamore di quel reportage contribuì a indurre il Governo a trovare le risorse economiche per ricostruirlo; il nuovo insediamento, Africo nuovo, era però a 30 km di distanza, scelta che violò nuovamente una popolazione già prostrata.